C’è silenzio ora nella stanza.
Due grossi divani bianchi la dividono in 2 parti. Lui però è seduto per terra sulle vecchie piastrelle fredde che avrebbe voluto cambiare ma non ha mai fatto. Gambe incrociate, la testa incassata sul petto.
C’è silenzio ora.
Sa che lei non tornerà. Non deve tornare. Glie lo ha detto lui: è finita, mio perduto amore.
Ricordi sbocciavan le viole
con le nostre parole
“Non ci lasceremo mai, mai e poi mai”
A un centinaio di chilometri di distanza lei piange lacrime dense, vischiose di disperata rabbia.
Dormiva. Di un sonno profondo. Ed è stata svegliata con violenza, all’improvviso. Non capisce cosa le stia accadendo, non riesce a comprendere. Annaspa e lavora freneticamente per nascondere ciò a cui non riesce a credere: la vena si è esaurita, prosciugata. E non c’è più nulla da recuperare.
vorrei dirti ora le stesse cose
ma come fan presto, amore, ad appassire le rose
così per noil’amore che strappa i capelli è perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po’ di tenerezza
Lui solleva la testa dal petto. Ha gli occhi arrossati e umidi ma le sue sono lacrime liquide e bruciano di sale. Da settimane tenta inutilmente di scaricare il peso dalle sue spalle, di restituirle le colpe che non gli appartengono tenendosi solo le proprie. Sente un dolore diffuso ma costante, come una macchia d’olio che tenta di arginare ma, mentre asciuga un lato, si spande dall’altro.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti al sole
di un aprile ormai lontano,
li rimpiangeraima sarà la prima che incontri per strada
che tu coprirai d’oro per un bacio mai dato,
per un amore nuovo
È ora di dare quel bacio, pensa. È ora di ricominciare a vivere.