I ricordi rubati

rapinaOrmai sono passati 4 giorni. A mente fredda, si dice.
Ormai la nostra tristezza è quella giusta, sana, che ha chi è rientrato dalle ferie.
In questo momento, mentre scrivo alle 2 di Domenica notte, né io né Mara riusciamo a prendere sonno.
Per il jet-lag, certo, ma anche per il pensiero del rientro ai nostri squallidi uffici e inutili lavori che ci aspettano da qui a poche ore.
Questo pensiero, paradossalmente però, mi conforta per la sua familiare normalità.
O almeno ci prova.

Perché in realtà, anche dopo 4 giorni, le immagini di quell’ultima sera a Lima non se ne vanno.
Tornano a girare, come uno spezzone di videoclip in loop, nella mia testa (e forse anche in quella di Mara) tutte le sere, quando mi metto a letto.

Sono frammenti, immagini sfuocate, monche.
Le 4 portiere dell’auto chiara, un modello orientale,  che si aprono contemporaneamente – proprio come nei film.
La prima figura che scende rapida. Zoom sulla pistola. Sembra  enorme.

In pochi secondi ci sono addosso ma non sento, non ricordo panico. Anzi mi sembra di essere stato calmo.
Dico “ok, ok” alzando le mani e lasciando che la figura, con la mano libera dalla pistola, mi sfili  di dosso il borsino e lo zaino.

Ed è solo quando mi perquisisce, prendendomi il portafogli dalla tasca, che mi giro verso Mara.
Di questo mi vergogno. Quanto tempo è passato prima che il mio pensiero andasse a lei?

Vedo che le sfilano a forza il giubbotto. Quella che era stata relativa calma assume i contorni sfumati della paura.
Un secondo per sfilare anche a lei il borsino, un altro per l’orologio. Poi la scena rallenta.
Uno, due, tre tentativi di sfilarle l’anello. Niente.
Mara racconterà poi che ha sentito, capito distintamente uno di loro dire di lasciar perdere, che non valeva niente.
A me l’audio non è mai arrivato.

La scena successiva, l’ultima che ricordo, sono 4 figure armate che corrono verso la berlina chiara orientale, io che con scarsa convinzione biascico 3 o 4 volte di fila “por favor, los pasaportes…” e Yolanda che esce dal B&B e porta dentro Mara.

Ecco. I ricordi. Quello che quei 4 ci hanno portato via – o forse dovrei dire ci hanno scambiato – sono i ricordi.
Il bottino sì, non è poco: tutti i miei documenti, il passaporto di Mara, le carte di credito, i cellulari, poco contante, gli occhiali da sole, molti souvenirs e la macchina fotografica.
Ed è quest’ultima che lascia l’amaro in bocca. O meglio, il suo contenuto.

Sì, me lo sono ripetuto anch’io. Le fotografie non sono importanti. L’importante è aver fatto il viaggio, averlo vissuto. Le immagini sono impresse nelle nostre menti – o nei nostri cuori se si vuol essere più romantici.
Altrimenti basterebbe vedere un bel documentario da casa.

Ma la realtà è che per ora, i ricordi che ci hanno lasciato quei 4 non sono quelli che vorrei rivedere. La verità è che per riavere i ricordi giusti, sani il contenuto di quella macchina fotografica ci avrebbe fatto un gran comodo.

E poi dove lo metti il piacere mancato di ammorbare amici e parenti con le foto delle vacanze?

Anche se non leggeranno mai questo blog voglio comunque ringraziare Yolanda per tutto il supporto pratico datoci quella sera e il giorno successivo e i funzionari dell’Ambasciata Italiana di Lima che, in un giorno di chiusura, si sono prodigati per farci ottenere i documenti necessari per tornare a casa.
Senza di loro sarebbe stato tutto molto peggio!

24 ore a Malta

birzebbuga

Birzebbuga

Data la velocità con cui ho visitato l’isola, farò qui un riassunto altrettanto veloce delle impressioni che ho avuto.
VISTO:
la parte orientale. Quindi niente Gozo.

MI PIACE:
la costa molto rocciosa e il mare limpidissimo e dai colori che vanno dall’azzurro-tropicale al blu indaco (che è il colore che associo al Mediterraneo).
Valletta. Per qualche oscuro motivo i maltesi snobbato la propria capitale. Pare che nessuno abiti lì. Tutti a St Julians. Eppure io l’ho trovata molto bella. Un mix di vicoli stretti tipici delle città di mare e di piazze – non enormi – ma che davano aria e luce. Chi mi parlava dell sporcizia della Valletta evidentemente non è mai stato nelle nostre città del meridione. Io ho trovato tutto molto ben tenuto.
Mdina la città cinta da mura è molto carina. Camminando per le sue strette viuzze sormontate dalle mura giallo medievali giallo ocra, si ha l’impressione di essere tornati indietro nel tempo. Certo, nulla che un qualsiasi borgo toscano non abbia, per cui non è certo una sorpresa. Merita comunque una visita.

NON MI PIACE
St Julians. Un ammasso di costruzioni orrende, trappole per turisti, orde barbariche di ragazzini da tutta Europa (Malta è una delle mete preferite per le vacanze-studio). It’s not my piece of cake.
L’interno, in generale. Mi aspettavo, fuori dalle città, un paesaggio più… da isola mediterranea. Invece succede una cosa strana. Non avendo le città periferia, tutto il resto dell’isola sembra periferia urbana anziché campagna. Probabilmente però avrei dovuto spingermi più a ovest, zona apparentemente meno popolosa.

LA FRASE
“excuse me, how do I get to XXX?”
“Oh, it’s far! Six, maybe seven km!”
Da notare che ero in motorino, non a piedi. Qui 20 minuti in macchina è una distanza da catalogare come “very far”.

CONCLUSIONE
la curiosità di vedere il resto dell’isola e Gozo mi è rimasta. Onestamente però non credo che valga la pena tornarci.

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